“Il sentiero del divenire” – Antico Caffè San Marco (Trieste) – 2003

“E quando avrete raggiunto la vetta del monte, allora incomincerete a salire”.
Forse possiamo riassumere in questo verso di Kahlil Gibran il percorso, spirituale e creativo, intrapreso da qualche anno da Manuela Marussi, che nel contempo ha ritrovato la passione di dipingere, come modo di esprimersi, di dare volto alle proprie visioni e ai propri sogni. E con questo mezzo – segni e colori – di entrare in contatto con gli altri in modo nuovo.
“Post mediam noctem visu, quum somnia vera“ è un’altra citazione che si adatta a Manuela e al suo modo di lavorare, spesso lontano dalla luce del giorno. Dunque, le visioni dopo la mezzanotte, quando i sogni sono veri. Proprio così, perché i volti che l’artista ritrae scaturiscono da una memoria antica, universale, che appartiene a tutti, anche se non sempre ne abbiamo coscienza. Invece esiste, ed è un intreccio miracoloso di mondi antichi, di vite vissute, di energie che attraversano il tempo e lo spazio e che confluiscono in noi, generando ricordi che mai avremmo pensato di condividere.mostre9
Eppure, nel vortice dell’energia cosmica, tutto può accadere. E possiamo da un giorno all’altro ritrovarci tra i monaci bambini di un tempio buddista ai piedi dell’Himalaya oppure tra l’umile gente di un villaggio su una vetta andina del Perù o sulle rive di un grande fiume indiano.
Non sono suggestioni di un viaggio esotico mai intrapreso. Sono autentiche presenze, che si materializzano in noi durante il nostro “cammino” interiore. Antenati lontani riapparsi nel vortice delle visioni, a ricordarci che apparteniamo allo stesso genere umano, a ricordarci che la nostra meta è l’ascesa. A ricordarci che, dopo aver raggiunto la cima della montagna, potremo finalmente continuare a salire, lungo la “via del cuore”.


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